Controverso è ancora il dibattito sul culto di San Tommaso Becket a Mottola e sulla sua elevazione a patrono.
Il santo inglese fu ucciso nella Cattedrale di Canterbury nel 1170 da quattro sicari di Enrico II per aver difeso l’autonomia della chiesa contro quella del regno. Nel febbraio del 1173 fu proclamato santo e ascritto nel catalogo dei martiri da papa Alessandro III durante un soggiorno dello stesso a Segni nei pressi di Anagni.
Il legame con Mottola, secondo la tradizione locale, risale all’assedio della cittadina ad opera dei Tarantini nel 1102: il vescovo Alimberto, per difendere il suo popolo, fu ucciso e la cittadina completamente rasa al suolo. Secondo la leggenda, la ricostruzione della cattedrale fu dedicata al Santo inglese in quanto le sue vicissitudini ricordavano quelle del vescovo di Mottola.
Un affresco e alcune reliquie del XIII secolo presenti nell’ex cattedrale Santa Maria Assunta attesterebbero il culto del martire inglese a Mottola subito dopo la sua canonizzazione. E’ probabile che la diffusione del culto sia avvenuta per tramite dell’abbazia di Cava dei Tirreni nei propri possedimenti tra cui anche monasteri e terreni di Mottola per disposizioni dirette di papa Alessandro III.
Non abbiamo notizie fino al XVI secolo quando sappiamo che il culto fu rinfocolato come reazione al tentativo di Enrico VIII di cancellarne la memoria.
La nuova cattedrale ricostruita nel 1507 era ancora intitolata a Tommaso Becket e nel 1700, in una nuova fase di impulso alla venerazione, fu abbellita con una statua lignea e una tela del conte Malinconico raffigurante l’Assunta in cielo e San Tommaso.
Nei giorni a lui dedicati, 28 e 29 dicembre, oltre alle celebrazioni religiose Mottola festeggia il suo patrono con ambientazioni medievali, cortei, concerti, rappresentazioni teatrali.
Per saperne di più: P. Dalena, Da Canterbury a Mottola. Il culto di San Tommaso Becket nel Mezzogiorno d’Italia, Bari 2018.